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Fianco a fianco: il nostro racconto del progetto Sambamba

Ciao a tutti, siamo Anastasia e Federica, civiliste di Call Africa Tanzania di questo anno. Oggi vogliamo raccontarvi del progetto Sambamba e di ciò che stiamo vivendo, vedendo e assaporando e vorremmo portarvi con noi in alcuni momenti di quotidianità che ci accompagnano nei diversi progetti.

Il progetto Sambamba nasce dall’idea di dare voce a tante famiglie che vivono una situazione vulnerabile. Sambamba in lingua swahili significa “fianco a fianco”, proprio come gli operatori e le operatrici che lavorano ogni giorno fianco a fianco di tanti bambini e bambine con disabilità e delle loro famiglie.

Nel corso di questi primi mesi ad Iringa abbiamo conosciuto moltissimi bambini, da pochi mesi a 16 anni, e sicuramente ne conosceremo tanti altri, felici di affiancare gli operatori nelle attività quotidiane.

Abbiamo sperimentato come, attraverso la riabilitazione, l’equipe non mira solo a miglioramenti fisici e cognitivi ma anche a creare un ambiente inclusivo, nel quale tutti possano sentirsi “a casa”.

Giorno dopo giorno si affacciano sempre più famiglie sia al nostro centro “Call Africa” di Iringa città, sia in tutti gli altri focal point dislocati nella provincia. Una delle fasi più significative e delicate del processo di assistenza e riabilitazione è l’assessment, nonché il primo incontro tra gli operatori e le famiglie.

Questo momento non è semplicemente una fase di raccolta dati, è un’importante occasione di incontro. La valutazione, infatti, rappresenta un passaggio cruciale nella creazione di un legame di fiducia, che è essenziale per il successo del percorso di riabilitazione. In questo incontro, ci prendiamo del tempo per ascoltare le storie di ciascuno di loro, per accogliere ogni dubbio o perplessità.

Il processo di valutazione spesso si colora di tante emozioni: da un lato c’è l’ansia che deriva dalla paura dell’ignoto e dalla necessità di affrontare sfide che possono sembrare insormontabili; dall’altro lato, c’è una concreta speranza di ricevere aiuto, sostegno e l’opportunità di un cambiamento positivo. I nostri operatori sono preparati per creare un ambiente sicuro e accogliente, dove le famiglie possono sentirsi libere di esprimere le loro emozioni e condividere esperienze.

Attraverso l’assessment, non raccogliamo solo informazioni fondamentali per un intervento mirato, ma iniziamo anche a costruire una rete di supporto attorno a queste famiglie perché la presa in carico è sì un atto professionale, ma anche e soprattutto un impegno sincero a essere presenti e disponibili.

Le famiglie non sono più sole: diventano parte di una comunità più ampia, dove possono condividere le proprie
difficoltà, trovare conforto e sostegno negli altri e costruire relazioni significative.

Anastasia Patimo e Federica Brazzoli, operatrici volontarie in Servizio Civile Universale in Tanzania

Le attività del progetto Sambamba da marzo 2024 a febbraio 2025 sono state finanziate con i fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese.