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Dai motori al volontariato: Claudio racconta il suo servizio civile in Zambia

Sette nuovi ragazzi sono partiti per la loro esperienza di servizio civile in Kenya, Tanzania e Zambia: qui saranno per un anno un tassello fondamentale della grande macchina che è L’Africa Chiama.
Per questo, abbiamo chiesto a ognuno di loro di raccontare la propria storia.

Ciao, sono Claudio, ho 28 anni e vengo da Palermo

Penso che scrivere una descrizione di sé stessi sia estremamente complicato perché richiede un’autocoscienza elevata, e questa non è una qualità semplice da possedere, quantomeno dal mio punto di vista.


Lo scrivo perché sono stato educato a dover sempre correre e performare: prendere il massimo dei voti a scuola e all’università (laureandomi nel minor tempo possibile), cercare di vincere sempre in qualsiasi sport (e vedere la sconfitta come una cosa estremamente negativa), dare ogni giorno il massimo a lavoro (sacrificando del tempo libero) per fare carriera e guadagnare sempre più soldi; riassumendo, dovevo sempre essere il migliore in qualsiasi cosa facessi.


Di fatto, non ho mai avuto il tempo di fermarmi, ascoltarmi e capire realmente chi fossi e cosa volessi fare nella mia vita.


Sì, mi sono laureato in ingegneria meccanica col massimo dei voti e nel minor tempo possibile e sì, sono arrivato a lavorare in un’azienda che costruisce le Formula 1 prima e in un team di MotoGP poi, ma comunque col passare del tempo sentivo sempre più insoddisfazione verso quello che stavo facendo; mi sentivo di stare sprecando il mio tempo e di non starmi godendo la mia vita. Questo nonostante avessi quello che alcune persone definirebbero come “il lavoro dei loro sogni”.


Quando questi sentimenti negativi sono cresciuti tanto, ho capito che dovevo rallentare ed iniziare ad ascoltarmi, ad ascoltare quel bambino sensibile e fragile, spesso deriso dagli altri e che crescendo ha nascosto per anni questi aspetti della sua personalità pur di sentirsi più integrato nella società che lo circondava.


Facendolo, ho capito che effettivamente a me è sempre piaciuto essere di aiuto per le persone: dallo spiegare matematica e fisica ai miei compagni a scuola, all’aiutare i colleghi in difficoltà a lavoro, dallo strappare un sorriso ai miei amici quando erano tristi, al sostenere mia sorella nei suoi momenti di difficoltà.


Così ho tirato di nuovo fuori questo mio aspetto caratteriale e ho iniziato a conoscermi ed ascoltare i miei bisogni.


Lasciare il lavoro e scegliere di fare il Servizio Civile per me significa aver deciso di intraprendere una strada mia, distaccandomi da un percorso già tracciato, ma non da me. Voglio scrivere la mia storia, quella del bambino sensibile – ormai cresciuto – a cui piace aiutare gli altri, e i prossimi dieci mesi a Lusaka saranno il suo primo capitolo.

Claudio

Claudio non è partito da solo per il suo servizio civile in Zambia: leggi anche i racconti di Ivana e Costanza!