A distanza di 10 mesi dalla mia domanda di servizio civile rileggo il questionario motivazionale che avevo inviato candidandomi al bando. Ecco quello che scrivevo: “In questo momento della mia vita sento una particolare spinta propositiva verso l’esperienza del volontariato perché mi fa sentire bene, mi permette di uscire da me stessa e di dedicarmi completamente agli altri.
La domanda per il servizio civile
Ho scelto questo progetto perché sento la necessità di volermi sperimentare in ambienti e contesti nuovi, di aiutare il prossimo in circostanze diverse dalla mia quotidianità. Voglio unire la spinta al volontariato con il fascino e la curiosità che in qualche modo l’Africa mi ha sempre suscitato.”
Prima di partire potevo solo immaginare cosa significasse partire e mi sono affidata a ciò che sentivo di voler fare in quel periodo. Se un anno fa mi avessero detto che ora sarei stata qui non ci avrei mai creduto perché in realtà avevo altri progetti e l’idea di fare questa esperienza mi spaventava. Ho scelto di partecipare alla selezione con la riapertura del bando per il servizio civile, ho pensato che questa seconda possibilità fosse un segnale che dovevo provare a fare domanda e non rimandare più. Ricordo bene l’insicurezza e l’indecisione, fino all’ultimo non sapevo se fosse davvero la cosa giusta per me ed ero un po’ spaventata.
Un’esperienza da vivere
Dopo essere partita, molte delle paure che avevo si sono ridimensionate, anche grazie al fatto che mi sono sentita accolta fin da subito dalla comunità locale. Ho continuato a riflettere su cosa significasse per me essere una volontaria in servizio civile ed essere qui. Realizzare di aver preso parte ad un progetto così grande e di aver iniziato a collaborare con una ONG che agisce concretamente in loco non è stato immediato. Mi sono sentita spesso, e tutt’ora mi sento, inadeguata e non all’altezza di questo progetto e di questa esperienza.
Tante sono le domande che continuo a pormi e a cui fatico a trovare risposta, ma credo che stare qui significhi un po’ anche questo. Quello che provo a fare è cercare di avere fiducia e di dare il mio contributo attraverso piccoli gesti e piccole attenzioni alle persone e ai bambini che incontro. Ciò che riesco ad apprezzare di più è il fatto di avere la possibilità di essere immersa in questa cultura e poter osservare ciò che mi circonda sforzandomi di rimuovere i giudizi, i filtri e le barriere che mi appartengono.
Che cosa significa fare il servizio civile
Stare qui significa anche mettersi in discussione e mettersi alla prova quotidianamente e le sfide a volte non sono banali. È proprio questo che rende l’esperienza stimolante a 360 gradi.
Partire per il servizio civile universale all’estero vuol dire che da un giorno all’altro ci si trasferisce in un paese completamente diverso, si è catapultati in una realtà nuova e distante dalla propria. Bisogna ritrovare i propri spazi e costruire nuove abitudini adattandosi a ciò che la quotidianità mette di fronte. Bisogna aprirsi alla conoscenza del luogo, delle persone locali e delle persone con cui si condivide l’esperienza e si vive h24.
Per questi motivi resto convinta che il servizio civile sia una grande possibilità e un’ esperienza di forte cambiamento e crescita personale. Ogni giorno ci si mette in gioco, si scopre e si impara qualcosa di nuovo, anche solo una o due parole nella lingua locale. è un percorso di crescita continua in cui si riesce a trovare la forza e la soddisfazione nei piccoli risultati che con il tempo arrivano, consapevoli che ci vuole un po’ di pazienza.
Fai una scelta di valore: scegli il Servizio Civile con L’Africa Chiama e con Focsiv. Puoi presentare la domanda fino alle ore 14.00 del 18 febbraio 2025.
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