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Viaggio in Tanzania e Kenya: una testimonianza dal cuore dei progetti de L’Africa Chiama

Articolo di Anita Manti – Presidente de L’Africa Chiama

Nel mese di agosto ho avuto il privilegio di tornare in Tanzania e Kenya per una missione di monitoraggio dei progetti promossi da L’Africa Chiama. È stato un viaggio intenso, carico di emozioni, incontri, riflessioni e risultati concreti. Oggi desidero condividere con voi alcune delle esperienze più significative vissute sul campo.

Tanzania: piccoli grandi miracoli nei centri di riabilitazione

Quando sono tornata a Iringa, sono stata sopraffatta dai ricordi: l’ultima volta che ci ero stata, quattro anni fa, avevamo appena inaugurato “Italo’s Home”, l’ostello dedicato al progetto riabilitativo WIT (Settimana Intensiva di Riabilitazione), che ogni mese accoglie 12 mamme con i loro bambini.

Da allora, centinaia di bambini con disabilità provenienti da tutta la regione hanno beneficiato di trattamenti riabilitativi e cure specialistiche.

Grazie al progetto “We Care”, finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), abbiamo potuto ampliare la nostra presenza, attivando tre nuovi focal point in zone anche molto distanti, come Mafinga. In collaborazione con le autorità locali, abbiamo allestito spazi luminosi e accoglienti per le sedute riabilitative.


Qui assistiamo a veri e propri miracoli quotidiani: bambini che rispondono agli stimoli sonori, che imparano a stare seduti da soli, o che iniziano a camminare grazie a deambulatori realizzati su misura.


Con la conclusione del progetto “We Care”, si apre per noi una nuova sfida: garantire la sostenibilità di questi centri anche senza i fondi esterni, affinché il lavoro degli ultimi anni non venga vanificato.


Lotta alla malnutrizione: il programma Kipepeo

Un altro ambito fondamentale della nostra azione in Tanzania è la lotta alla malnutrizione infantile.

Con il programma Kipepeo, oggi supportiamo 35 bambini malnutriti e le loro famiglie, e attraverso il servizio delle mense scolastiche, garantiamo tre volte a settimana un pasto nutriente a 4.800 bambini in 6 scuole primarie.

Non si tratta solo di distribuire cibo, ma di un vero percorso educativo e di autonomia.

Le mamme partecipano a incontri settimanali su igiene, alimentazione, e gestione finanziaria, mentre i bambini vengono visitati, pesati, misurati, e monitorati grazie al braccialetto MUAC. Ogni piccolo ha un proprio libretto clinico, aggiornato settimanalmente.

Grazie alla qualità del programma, alcuni bambini recuperano il peso in appena 3-4 mesi. Tuttavia, affrontiamo sfide concrete, come la mancanza di PlumpyNut, alimento terapeutico essenziale per i casi più gravi di malnutrizione.

Una volta era gratuito e distribuito dai dispensari medici, oggi è difficile da reperire e ha costi elevati. Per sopperire a questa mancanza, le nostre operatrici, con la nutrizionista, si recano settimanalmente nelle case delle famiglie, insegnando alle mamme a cucinare pasti ricchi e bilanciati, usando ingredienti locali come arachidi, farina di mais, baobab, latte e verdure di stagione.

Durante una visita domiciliare, ho incontrato una giovane mamma con due gemellini di 7 mesi, Elia ed Eisha, entrambi gravemente sottopeso. In poco tempo, grazie al programma, hanno già preso 1,2 kg. Il percorso sarà lungo, ma il miglioramento è evidente e lascia ben sperare.

Kenya: tra i bambini di strada nella baraccopoli di Soweto

Dalla Tanzania mi sono spostata in Kenya, per una breve ma intensa visita al centro Shalom, nei pressi dello slum di Soweto, dove operiamo dal 2004.


Il contrasto è stato immediato: condizioni di vita estremamente difficili, degrado e povertà segnano profondamente chi vive in queste baraccopoli. In questo contesto, il centro Shalom rappresenta un rifugio sicuro per tanti giovani, molti dei quali vivono in strada.


Tre volte a settimana, i ragazzi frequentano il centro: qui trovano operatori che li accolgono, si lavano i vestiti, partecipano ad attività sportive, lezioni di acrobatica e partite di calcio. Sabato scorso, prima della mia partenza, si è svolto un torneo emozionante: tutti indossavano scarpe nuove e carichi di entusiasmo si apprestavano a giocare al meglio la loro partita.


Le ragazze, durante le vacanze scolastiche, frequentano il centro due volte a settimana. Le operatrici organizzano per loro laboratori sulla cura personale, l’alimentazione e stage di danza moderna e tradizionale (anche se, a detta loro, preferiscono di gran lunga la moderna!).


Il centro è un luogo dove si respira rispetto, ascolto e speranza. Qui i giovani imparano a riconoscere il proprio valore, a costruirsi un futuro. Uno dei momenti più emozionanti del mio viaggio è stato rivedere Peter, un ragazzo accolto anni fa, oggi maggiorenne, che sta seguendo un corso professionale di pasticceria. È stato lui a preparare la torta per la mia festa di saluto: un dolce non solo buono per il gusto ma per il forte sapore di riscatto sociale.

L’importanza del team locale e il valore delle persone

Il mio viaggio si è concluso con abbracci, sorrisi e tanta gratitudine. Ho avuto modo di constatare la professionalità e la dedizione dello staff: fisioterapisti, cuoche, operatori, che ogni giorno si impegnano con amore e senso di responsabilità.


Tuttavia, non posso ignorare il grido d’allarme che mi è stato affidato: l’aumento del costo della vita rende difficile per molti lavoratori continuare a sostenere le proprie famiglie. Pur riconoscendo gli sforzi che fa l’associazione necessitano al più presto di un adeguamento salariale, un tema che ci sta molto a cuore.

Come ha detto Wende, nutrizionista e responsabile del programma contro la malnutrizione: “Il successo di un progetto dipende anche dal benessere e dalla qualità delle risorse umane ad esso dedicate”.

Viaggio in Tanzania e Kenya: una testimonianza dal cuore dei progetti de L’Africa Chiama

Rientrando da questo viaggio, porto con me la consapevolezza di quanto sia stato fatto, ma anche di quanto ancora ci sia da fare. L’Africa Chiama continuerà a lavorare con passione e trasparenza, ma ha bisogno del sostegno di tutti: per garantire cibo, salute, istruzione e dignità ai bambini, alle mamme, ai giovani e a tutto il personale locale.

Insieme possiamo fare la differenza.