Articolo di Sara, Operatrice volontaria SCU a Nairobi
Sono ormai cinque mesi che sono partita per il servizio civile universale e ho raggiunto metà del mio percorso.
Guardando indietro, i mesi trascorsi mi suscitano un po’ di nostalgia. Ripensando alla me di prima della partenza, provo anche un senso di tenerezza. Quando ho ricevuto la notizia che sarei partita, non avevo una visione chiara di tutto quello che avrei vissuto, ma sapevo che volevo impegnarmi in un’attività che avesse un impatto positivo e concreto. Prima di partire per me il servizio civile rappresentava un’opportunità eccezionale per muovere i primi passi nel mondo della cooperazione. Sentivo urgente il bisogno di contribuire al bene comune di una comunità. Desideravo anche uscire dalla mia zona di comfort e mettermi alla prova. Non stavo semplicemente cercando un lavoro, ma un’esperienza che mi arricchisse: volevo confrontarmi con quotidianità diverse dalla mia, imparare dalle persone e contribuire al loro benessere.
Nairobi è una città di contrasti: ci sono quartieri che sembrano piccoli giardini, con case coloniali, fiori e alberi da frutto, e poi ci sono altri luoghi, come quello che vedo dalla finestra della cucina, dove le persone vivono stipate in baracche di lamiera, senza fognature né un sistema di smaltimento dei rifiuti. Qui molti bambini non frequentano la scuola, sono esposti a violenze quotidiane e imparano a sopravvivere fin da piccoli. La vita, qui, è incredibilmente dura.
Quando sono arrivata, provavo un forte senso di ingiustizia; mi sembrava impossibile che qualcuno dovesse vivere in queste condizioni. Ora, però, mi rendo conto che i miei occhi si sono in qualche modo abituati, e questa consapevolezza mi spaventa. Mi dico che è una reazione di autodifesa, che il dolore e l’indignazione non sono scomparsi, ma la mia mente ha trovato il modo di adattarsi alla realtà.
Oggi, dopo cinque mesi in Kenya, posso dire che il servizio civile universale ha significato molto di più di quanto potessi immaginare prima di partire. Ogni giorno, lavoro a stretto contatto con persone che, nonostante le difficoltà, sono incredibilmente forti e trovano sempre il modo per reinventarsi. Partecipo a momenti di crescita e sono testimone dell’impatto positivo che L’Africa Chiama ha su di loro. Tuttavia, non solo sono i beneficiari a crescere e imparare: anche io, giorno dopo giorno, apprendo lezioni di vita che non avrei mai potuto imparare sui libri o in un ambiente più protetto. Quello che sto vivendo ora è una continua scoperta, sia di me stesso che del mondo che mi circonda. Ogni incontro, ogni attività svolta, ogni sfida superata, mi arricchisce di nuove consapevolezze, sia sul piano umano che su quello professionale. Il servizio civile mi sta permettendo di sviluppare competenze pratiche, come il lavoro nei progetti, la comunicazione, il lavoro in team, ma anche di rafforzare la mia empatia e la mia capacità di ascoltare. Qui sono costantemente stimolata a mettermi in discussione e a riflettere sul significato del mio impegno. Il contesto in cui opero non è sempre facile: a volte mi trovo a dover affrontare difficoltà, momenti di frustrazione o di stanchezza, ma ogni volta che vedo i risultati concreti di ciò che stiamo facendo (un sorriso, una parola di gratitudine, un progresso nelle persone con cui lavoro) tutto sembra avere un senso.
In definitiva, se mi chiedessero che cosa è il servizio civile, direi che è l’opportunità che mi ha restituito la speranza nel poter lavorare in questo settore. Sta rappresentando per me un’opportunità di crescita, di apprendimento, di realizzazione. È la scelta che mi ha permesso di mettermi in gioco, di fare qualcosa di significativo e di sentirmi parte attiva in un progetto più grande. La bellezza del servizio civile è che ogni giorno ci ricorda quanto siamo fortunati e quanto possiamo fare per gli altri, ottenendo la gratificazione più bella: quella di aver contribuito a migliorare il mondo, anche solo un po’, attraverso l’impegno e la solidarietà.
Articolo di Sara Merlaratti, Operatrice Volontaria in Sevizio Civile Universale in Kenya
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