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Un’esperienza intensa, ricca di emozioni.. – Il racconto di Ilaria volontaria ??

Un’esperienza intensa, ricca di emozioni, di riflessioni, di consapevolezza, di serenità e di risate.

Ho passato tre settimane ad Iringa, in Tanzania al Centro de “L’Africa Chiama” ad agosto; era da molto tempo che avevo in programma di fare volontariato in Africa ed è stata la prima volta in questo continente. Non sapevo che realtà avrei trovato, spesso è difficile immaginare com’è un luogo senza averlo mai visto, né se avrei trovato facile confrontarmi con un mondo così diverso da quello a cui siamo abituati in occidente; sapevo però che ci tenevo molto a vivere un’avventura di questo genere.

Le giornate si suddividevano tra i diversi progetti dell’associazione: nei giorni in cui si va nei centri per la riabilitazione dei bambini con disabilità si assiste alla fisioterapia e poi si trascorre un po’ di tempo con i bimbi facendoli giocare e camminare.

Nelle giornate dedicate allo School Feeding si va invece nelle scuole a dare una mano alle cuoche nella preparazione e nella distribuzione del kande, una zuppa di fagioli, mais, carote, cipolle e altre verdure disponibili negli orti coltivati presso le strutture scolastiche in base alla stagionalità.

Durante l’intervallo i bambini, incuriositi dal vederci lì, si avvicinavano e ci osservavano. Era il momento che preferivo, durante il quale si aveva modo di parlare, giocare e cantare con loro.

Abbiamo scoperto che le bolle di sapone piacciono molto, come anche fare il girotondo in cerchio e una canzone, sia in versione inglese che in swhaili in cui devono stare sull’attenti, abbassarsi e saltare. Ci si rende conto che bastano veramente piccolissimi gesti per vedere felici i bambini, un saluto, un batticinque e se ci pensiamo anche in occidente possiamo notare che, nonostante giochi e tecnologie, spesso ciò che diverte di più sono le cose semplici. 

Durante le Home Visits si ha modo di andare a casa dei piccoli che sono seguiti dalle nutrizioniste. Pertanto, servendosi di mezzi di trasporto quali dala dala, bajaji e boda boda si percorrono strade, spesso sterrate e si raggiungono villaggi fuori dalla città. Colpisce l’accoglienza e la condivisione che questa gente, seppur nella semplicità, riesce a trasmettere.

Sicuramente il ruolo del volontario non è indispensabile, ma è un’eperienza bellissima, che ti riempie il cuore e ripensare e rivedere le foto e i video di quei bambini sorridenti e che stavano volentieri in nostra compagnia fa pensare che, anche se molto poco, qualcosa di buono l’abbiamo fatto.

Ilaria Accastello, volontaria ad Iringa in Tanzania (agosto 2024)

 

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