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Ritorno a scuola a Settembre per molti ragazzi del progetto Special Children - KENYA NEWS

Agosto è un mese di vacanza in Kenya quindi il nostro centro si popola di tantissmi bambini e ragazzi del progetto Special Children, sia quelli non ancora inseriti a scuola e sia di tutti quelli che frequentano grazie a L’Africa Chiama un percorso educativo. Ad agosto si sono svolte tantissime attività: dalle partite di calcio, lezioni, partite di scacchi, acrobatica, il tutto arricchito dalla presenza dei quattro volontari dell’associazione, Mauro, Martina, Davide e Giò.
KENYA SPECIAL CHILDREN AGGIORNAMENTO PROGETTO AGOSTO 2 Nel mese di settembre invece sono riprese le attività con regolarità: il centro accoglie i bambini che si trovano ancora in strada e gli altri bambini e ragazzi già inseriti sono ritornati a scuola. Proprio per loro L’Africa Chiama ha provveduto a tutte le spese necessarie per la frequenza scolastica: scarpe, vestiti, materiale igienico (spazzolino, saponetta, ecc), coperte e materiale scolastico, tutte cose richieste dalle scuole residenziali ed obbligatorie per poter accedere.
In questi due ultimi mesi, settembre e ottobre, due sono stati i traguardi importanti raggiunti. Il primo è stato quello di ottenere il certificato di nascita di uno dei minori del progetto. Sembrerebbe facile ma non lo è affatto se non c’è la collaborazione della famiglia, come in questo caso. Questo certificato è però fondamentale per poter iscrivere il bambino a scuola e senza quel certificato è come se non esistessi. In Italia potremmo paragonarlo al nostro codice fiscale.
Il secondo risultato invece è stato quello di ricongiungere un minore con la sua famiglia di origine, la nonna e gli zii. Il bambino infatti a Nairobi era rimasto orfano e la strada era diventata la sua unica casa e famiglia. I nostri operatori hanno attivato varie piste per poter rintracciare la famiglia d’origine, felici di averlo ritrovato dopo diversi mesi nei quali non avevano più avuto nessuna notizia. E così qualche settimana fa è stato accompagnato da Ritah, coordinatrice del progetto, e da Anita, volontaria in servizio civile, nel villaggio ad oltre 3 ore di macchina da Nairobi.