Il 28 maggio 2023 sono arrivata a Lusaka, in Zambia, realizzando uno dei miei più grandi sogni: toccare con mano la vera Africa. Prima di partire, mi sono impegnata a non crearmi grandi aspettative, ma ad essere pronta a ricevere ed accettare tutto ciò che mi veniva dato. Mai mi sarei aspettata di ricevere così tanto amore. Non è facile spiegare a parole cosa ho provato durante quelle tre settimane, ma posso dire con certezza di aver provato emozioni che mi hanno riempito il cuore.
All’inizio le difficoltà ci sono state. Mi sembrava di essere stata catapultata in un mondo totalmente diverso, con una cultura molto lontana da quella che conoscevo. Invece, con il passare dei giorni, mi sono resa conto che tutte queste differenze in realtà non esistono, che siamo uguali, con l’eccezione che forse, loro sono un po’ più liberi: più liberi dalla tecnologia, dagli schemi della società, dai pregiudizi, ma sono uguali, se non migliori di noi, nell’accoglienza, nell’affetto e nella voglia di instaurare rapporti umani.
Andando in Zambia non ho salvato nessuno, non ho di certo cambiato il mondo, ma solo l’essere andata lì a loro bastava ed è bastato anche a me. Perché quello che conta in Zambia è saper accogliere, aiutare con quello che hai, lavorare insieme per far avere a tutti quello di cui hanno bisogno, e questo spero di essere riuscita a farlo.
Ora, a più di un mese da quando sono tornata in Italia, mi trovo a convivere con il famoso mal d’Africa. Mi manca tutto di Lusaka, ma soprattutto mi mancano i sorrisi accoglienti degli zambiani, che, fin da subito, mi hanno fatta sentire accolta e voluta bene, riempita di un affetto che non dimenticherò mai.
Ogni volta che riguardo le foto, vedo i volti dei bambini sorridere e capisco di essere riuscita a dare il mio meglio, poi guardo il mio sorriso e mi rendo conto di aver ricevuto più di quanto io abbia mai potuto dare. Proprio per questo sono tornata con la certezza che non sarà la mia ultima volta in Zambia.
Ci sono tante persone da ringraziare, ma un zikomo speciale va a loro: ‘zikomo’ a Joseph, un bambino che ogni mattina mi faceva sedere nel suo banco, prendeva un libro e indicando le figure mi insegnava le parole nel linguaggio dei segni. ‘Zikomo’ a Mathilda, insegnante della special class, che con il suo bellissimo sorriso e la sua dolcezza mi ha reso partecipe delle sue lezioni. ‘Zikomo’ a Mr Sakala per avermi sempre fatto sentire accolta, anche solo con un sorriso. ‘Zikomo’ ai ragazzi della High School del Centro Shalom, è stato bellissimo confrontarsi con coetanei che vivono una realtà così diversa dalla mia. E infine, ‘zikomo’ ad Africa Chiama per avermi dato la possibilità di vivere un’esperienza indimenticabile.
Costanza.
Testimonianza di Maria Costanza Giovanelli, volontaria a Kanyama, Lusaka (Zambia) maggio-giugno 2023.
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