Dall’aeroporto a quella che sarebbe stata la mia casa per tre settimane il tragitto sembra infinito, e la mia mente corre velocissima: “Dove sono finita?”… “Questo posto è un po’ inquietante”…
Tre settimane dopo lo stesso tragitto sembra durare troppo poco, e l’unica cosa a cui riesco a pensare è che devo assolutamente imprimere quegli stessi posti, angoli bui, strade malmesse e strani odori nella mia memoria il più possibile, perché sicuramente ne sentirò la mancanza.
E infatti, a distanza di meno di due settimane dal mio ritorno, mi ritrovo a pensare ogni giorno a Lusaka. Mi mancano la pazienza e il modo di salutarsi chiedendo sempre “come stai” del popolo zambiano, i bimbi del centro Shalom avviato e sostenuto da L’Africa Chiama e le persone che ci lavorano che ho conosciuto, gli sguardi sorpresi, impauriti o divertiti dei bimbi del compound.
Quello che mi ha colpito di più è stato proprio riaccompagnare a casa i bambini disabili della scuola, tre volte a settimana. Grazie al bravissimo autista del centro siamo arrivati nei posti più impensabili, passando per strade, ai miei occhi, impraticabili. In questi tragitti in macchina, il compound assumeva forme, odori e colori diversi dalla zona intorno al centro a cui ero abituata. E così le persone: più ci si allontanava dal centro, meno le persone sembravano essere abituate alla vista di un bianco. “Muzungu!!” (uomo bianco) è stata la parola che più ha accompagnato questa esperienza; l’hanno urlata gli adulti, ma soprattutto l’hanno urlata a squarciagola i bambini, regalandoti sguardi ed emozioni che sono difficili da dimenticare.
Oltre a gironzolare per il compound, la mia giornata la passavo principalmente nella sala di fisioterapia e in cucina, aiutando le due cuoche della scuola Shalom con cui le risate non sono mai mancate.
Interagire con le persone è stato parte essenziale della mia esperienza e l’inglese e la loro curiosità hanno reso tutto più semplice e interessante.
Entrare in relazione con questo popolo non può lasciarti indifferente: la loro semplicità, la gioia delle piccole cose e la creatività dei giochi dei bambini sono solo alcune delle tante cose che porto a casa con me.
Lara Leonardi, volontaria in Africa a Lusaka in Zambia - Febbraio 2014
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