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Articolo di Sarah volontaria in Africa (servizio civile Tanzania)

I Focal Point sono un luogo dove, più volte a settimana, i bambini con disabilità possono accedere alla riabilitazione sia fisica che cognitiva e sono un luogo d’incontro per le famiglie dei bambini, in cui le stesse imparano gli esercizi da far fare ai bambini a casa.

I bambini percorrono quelle stesse strade spesso sulla schiena delle loro mamme, delle loro sorelle e delle loro nonne, e se la presenza prevalentemente femminile all’interno dei Focal Point un po’ me l’aspettavo, quello che non mi aspettavo affatto è il ruolo cruciale che hanno le nonne nella vita di questi bambini. In un paese in cui l’aspettativa di vita è di gran lunga inferiore ai paesi europei, dove fatica e difficoltà sono all’ordine del giorno, le “Bibi” sono spesso le spalle che sorreggono le sorti di tanti bambini ed in particolare di tanti bambini con disabilità.

Bibi Nico arriva a piedi percorrendo la strada polverosa, sorretta da un bastone sottile, avvolta in un kanga scolorito, arriva a passo lento e sicuro ogni martedì e giovedì percorre i 3 km che separano il Focal Point di Ulonge dalla sua casa in cui vive con Nico, un bambino di 11 anni con un ritardo cognitivo. Non so bene quanti anni abbia ma i suoi occhi vivaci e il suo sorriso contagioso sono contornati da rughe profonde, dovute sicuramente all’età, ma probabilmente anche ad una vita di lavoro quotidiano nei campi sotto il sole che brucia e in mezzo alla terra assetata. Bibi Nico partecipa alle attività con divertimento, giocando a coinvolgere Nico negli esercizi, facendolo parlare ed insegnandoli a fare le semplici operazione della vita quotidiana, come abbottonarsi la camicetta o allacciarsi le scarpe, lei che forse le scarpe con i lacci non le ha mai usate.

Bibi Ali arriva quando già abbiamo sistemato i tappeti e i materassi all’interno della stanza che ospita il Focal Point di Isakalilo, Ali è già che chiacchiera ed è ancora avvolto al kitenge che lo tiene stretto alla schiena della nonna. Sa già che la prima cosa che deve fare è una breve sessione di massaggio prima di mettersi le bende di sostegno alle gambe per iniziare a camminare sorretto dal girello di legno messo a disposizione da L’Africa Chiama nel Focal Point. I massaggi non lo divertono tanto quanto guidare “la macchina” (alias il girello) e Bibi Ali inizia subito a rassicurarlo e a dirgli di portare pazienza, che i massaggi sono la preparazione alle sue corse. Una volta messo alla guida del girello, tra le risa e le chiacchiere, Ali sfreccia sotto la tettoia che separa il focal point dall’ufficio del capo della comunità di Isakalilo, inseguito da Bibi Ali che sembra divertirsi un bel po’ anche lei. Ali è affetto da paralisi cerebrale, quindi ha difficoltà nell’uso delle gambe, ma con la terapia e gli esercizi piano piano sta migliorando e riesce a stare in piedi se aiutato da un sostegno, come il suo adorato girello o la sua Bibi, ciò non gli impedisce di partecipare anche ai canti e ai balli e giochi, in cui, insieme alla nonna, si diverte da matti.

Bibi Nico e Bibi Ali sono solo due delle numerose nonne che si fanno carico e si prendono cura dei loro nipoti, assicurandogli un tetto e del cibo e soprattutto permettendogli di accedere ai servizi di riabilitazione essenziali per il loro futuro.

Sarah Bastianello, volontaria in servizio civile in Tanzania

 

KISWAHILI

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Non mi aspettavo di sentirmi a casa

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