21.274
bambini raggiunti in Kenya, Tanzania e Zambia.
516.430
totale dei beneficiari diretti e indiretti.
87,83%
percentuale dei fondi raccolti destinati ai progetti in Africa e in Italia.
TESTIMONIANZA DI CESARE VOLONTARIO AD IRINGA (TANZANIA) -
“Quello che riceverete…sarà molto più di ciò che donerete, o di ciò che proverete a fare”….E’ stata questa la frase che, alla fine del corso di aprile all’Eremo di Monte Giove a Fano, mi è rimasta più impressa. Nonostante fossero molto convincenti le parole dei volontari non riuscivo ad immaginare di poter provare sulla mia pelle questa sensazione. E invece è stata proprio questa sensazione che ha segnato la mia esperienza di volontariato in Tanzania.
Sono partito il 14 giugno, in compagnia di una fantastica volontaria casertana che aveva partecipato al corso di aprile; destinazione:Iringa, ad 8 ore di pullman da Dar er Salaam. Ad attenderci a destinazione c’erano Marina (La responsabile della casa-famiglia e dei progetti) e suo marito Giuseppe che ci hanno condotto subito a casa. Ed è proprio qui che ho trovato un’atmosfera meravigliosa creata da una grande sintonia tra volontari e caschi bianchi e dalla confusione dei bimbi di casa…anche loro splendidi. All’inizio ci si sente un po’ degli intrusi, e c’è la paura di spezzare quel fantastico equilibrio che vige in casa…poi però tutto viene da sé. E sono proprio i bimbi a permetterti di entrare in questa fantastica realtà, prendendoti per mano, giocando per terra, sulle altalene, o con una palla di stracci. I primi giorni si trascorrono così, giocando con i bimbi, prendendo confidenza con loro,informandosi sui progetti, abituandosi ai ritmi, ai suoni, e iniziando a capire qualche parola della difficile lingua dello swahili.
Tutti gli italiani in casa hanno contribuito a farmi ambientare,e ad aiutarci è stata senza dubbio la nostra giovane età che ha creato un feeling davvero meraviglioso.
I progetti procedono a gonfie vele!!! A partire dallo Shalom center, un centro sociale, che ogni pomeriggio ospita moltissimi ragazzi del quartiere di “Ipogoro”. In questo centro hanno l’opportunità di divertirsi, con una partita a basket, a pallavolo, o con le altre moltissime attività che si svolgono durante tutto l’anno. E’ fantastico come loro stessi riescano a farti ambientare nonostante la tua diversità, che va oltre il tuo colore della pelle. All’inizio ti chiamano M’sungu ( che, come Marina mi ha spiegato, letteralmente significa “uomo che gira intorno”, parola di origine coloniale risalente ai coloni bianchi che giravano intorno i campi dove a lavorare c’erano i neri)… poi basta una partita a basket con loro per diventare il loro “ my friend”...storpiando e giocando con il tuo nome…con un inglese tutto loro…..
Oltre allo Shalom sono presenti altri centri come il Nutritional Center (un centro nutrizionale dove i bimbi hanno l’opportunità di mangiare tre volte alla settimana, e dove i volontari ogni sabato preparano per loro dei sacchetti contenenti patate, riso, farina di ugali, che è una specie di polenta, fagioli…) Il Kizito Center e il New Hope Center (centri per ragazzi di strada), scuole ed un oratorio.
Una delle cose che senza dubbio mi è rimasta impressa è il contatto con le persone per strada. C’è una grande armonia, e un enorme senso di rispetto per tutti. Il loro senso di accoglienza è veramente fantastico, e proprio per questo si può contare sempre sul loro saluto che è anche un “benvenuto” nella loro terra. Tutto questo contribuisce a farti sentire meno intruso… dato che questa è una sensazione ricorrente in quanto ci si sente un po’ in soggezione a camminare per strada o a prendere un “dala dala”(Un furgone che ti permette di raggiungere il centro città) in mezzo a tutte le altre persone che hanno un colore di pelle diverso dal tuo. E’ qui che davvero ci si rende conto di cosa provano coloro che migrano in Italia in cerca di un futuro più roseo…
I bimbi sono meravigliosi… Sono loro che ti permettono di imparare qualche parola in swahili... e che ti fanno sentire davvero a tuo agio, perché il loro è un divertimento puro, lontano anni luce dalla nostra occidentale concezione di divertimento; Basta davvero poco per fare festa… con le loro danze, i loro ripetuti ritmi che si stampano nella mente…
Quando poi si torna a casa ci si rende davvero conto delle incolmabili differenze tra questi due mondi… La prima sensazione che ho sentito è stata, in parte, di sollievo…Rivedere familiari e amici, poter dormire nel proprio letto con un vero materasso, avere a disposizione vari tipi di cibo, fare una colazione con latte fresco e biscotti riescono un po’ a riportarti nella normalità della tua vita, che senza dubbio è confortevole…Però, dopo esserti sentito così fortunato di essere nato in questa parte di mondo, quelle meravigliose persone che hai conosciuto, quel letto di gommapiuma, quei cibi ripetutamente serviti ogni settimana,quell’ugali e m’boga(polenta bianca e verdura), quel latte in polvere con il pan-carrè iniziano a mancarti… per il semplice motivo che in quel luogo si riesce davvero a trovare la felicità nell’essenziale, e in ogni piccola cosa… compresi i discorsi incomprensibili tra le persone per strada, le serate passate in casa con i caschi bianchi e i volontari, i sorrisi dei bimbi di casa, le partite a basket con i ragazzi dello Shalom, o quelle a calcio con i ragazzi del NewHope….
Dunque posso dire di aver ricevuto qualcosa di immenso, che rimarrà dentro di me per sempre, e che ora caratterizza senza dubbio il mio presente…Ciò che ho fatto è stato pochissimo, pur impegnandomi con tutto me stesso, perché senza dubbio un mese è davvero poco per poter iniziare a fare qualcosa di concreto però è stato abbastanza per poter farmi accorgere della fortunata realtà in cui vivo… e per potermi mettere alla prova…
Dunque concludo dicendo un’altra frase che ho sentito al corso…ovvero che il nostro compito è dover sensibilizzare coloro i quali ignorano questa realtà africana…dobbiamo agire nel nostro piccolo mondo che, purtroppo è colmo di indifferenza…
Infine un ringraziamento speciale va all’associazione L’Africa Chiama Onlus…che mi ha permesso di vivere quest’esperienza in ogni sua piccola parte; Il corso svolto all’Eremo di Monte Giove è stato fondamentale… dunque per coloro i quali hanno il desiderio di andare in Africa, o semplicemente di essere “sensibilizzati” consiglio di partecipare al corso…perché se siete arrivati su questo sito…e state leggendo le varie testimonianze…forse volete andare oltre…
Cesare Lucchi volontario in Tanzania (14Giugno-18Luglio 2008)
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